Acerra: cenni storici
Radicate nei secoli, antichissimi e degni di nota sono gli albori e le vicende storiche della città di Acerra.
Il toponimo deriva con ogni probabilità dal termine sacrale etrusco ACERRA, ovvero ‘navetta dell’incenso’ ed è già citato nelle fonti classiche. Acerra fu probabilmente di origine osca o etrusca, come molte altre città della Campania interna, compresa la non lontana Suessula. Da quest’ultima essa distava poche miglia e dal suo territorio era separata dal corso del fiume Clanio. Le due ebbero vita autonoma e destini molto diversi. Suessula, i cui resti sono in parte visibili in località “bosco di Calabricito”, venne distrutta durante alcune incursioni saracene (circa 880 d.C.) e poi, orfana dei suoi abitanti, non fu più ricostruita. Mentre Acerra conserva fino ad oggi lo stesso sito e lo stesso nome (dal latino Acerræ è derivata la forma medioevale Acerra). In seguito fece parte della dodecapoli etrusca capeggiata da Capua insieme ad altre come Nola, Nuceria, Suessula, i cui siti sono stati in larga misura identificati, anche se non tutti
urbanisticamente delineati. Nel V secolo a.C., conquistata dai sanniti, partecipò alla guerra di campani e latini contro Roma; alleatasi con quest’ultima, a premio della sua fedeltà ne ottenne nel 332 a.C. la civitas sine suffragio, ovvero la cittadinanza senza diritto di voto. Rimasta fedele a Roma, a differenza di Capua, durante la seconda guerra punica, fu saccheggiata, incendiata e rasa al suolo da Annibale (211 a.C.). Nel 90 a. C. si vide anche coinvolta nella Guerra Sociale che insanguinò molti territori italici. Risorse grazie alle sue sviluppate doti commerciali, divenendo successivamente sotto l’imperatore Augusto prima una colonia militare, perdendo ogni libertà, poi prefettura, dovendo rinunciare alle proprie leggi e ai propri magistrati in favore di quelli romani.
Aggregata a Napoli dal re ostrogoto Teodorico (494 d.C.), ne condivise le sorti per lungo tempo e, più volte distrutta da saraceni e beneventani, venne sempre velocemente riedificata; contea normanna sotto Riccardo di Medania, fu sede vescovile fin dall’XI secolo. In questo periodo venne edificato il Castello Baronale dei Conti di Acerra. Divenne feudo angioino e fu successivamente implicata nella congiura dei baroni contro la corona d’Aragona. Gli Aragonesi la concessero in feudo alla famiglia De Cardenas alla fine del XV secolo. In epoca moderna rinacque grazie alla poderosa opera di bonifica della pianura campana condotta dai viceré don Pedro di Toledo (1539) e Pedro Fernandez de Castro (1610), tendente a incanalare le acque stagnanti del fiume Clanio. Cospicui e ricchi di fascino sono i resti del passato: il castello medievale, sede del municipio, che sorge nella Piazza Grande ed è circondato da un fossato; la chiesa dell’Annunziata (XVII secolo); la chiesa del Purgatorio (XVIII secolo), dalla caratteristica facciata convessa, tipica del barocco, e la cattedrale, costruita forse sui resti di un tempio pagano.